STORIA

 

«Ma in precedenza qui c`erano dei manufatti!!! E se li ripristinassimo? Questo posto potrebbe diventare una casa di accoglienza per gruppi, sai quei gruppetti che fanno i ritiri, i campi scuola …»

Queste furono le prime parole che mia madre disse quando scoprì le tracce di vecchie stalle ormai distrutte dall’usura del tempo, ma ancora presenti nelle mappe catastali. Erano gli anni ‘80.

La nascita del Parco Nazionale della Sila era alle porte e i lavori andavano fatti prima della sua istituzione, dopo i vincoli da rispettare sarebbero stati troppi. Così l’avventura iniziò.

Rosetta, mia madre veniva da una famiglia abituata alla campagna e al mare, la montagna non era la meta più frequentata.

Lei era nata a Cariati (cs) nel 1946 ed era maestra di scuola materna dedita a diverse opere di solidarietà. Dopo aver sposato mio padre, Alfonso Mazza, mia madre divenne anche una grande appassionata di questo angolo montuoso di mondo.

Questa località, Cerviolo, è sempre stato un luogo significativo per la famiglia Mazza, era un posto dove si veniva in vacanza, si veniva qui per ritemprarsi nel corpo e nello spirito, e familiari e amici erano sempre ospiti attesi e benvenuti.

E’ stata una felice intuizione della generosità di mia madre l’allargare e approfondire la vocazione di questo luogo; sorsero le casette e una rudimentale cappellina.

Terminati i lavori più grossi cercò insieme a suo marito, e altre persone a lei vicine, quale stile dare all'accoglienza da praticare in questo luogo.

Casa Mazza divenne inizialmente una casa per l’accoglienza per i gruppi parrocchiali gestita da lei e da pochi altri collaboratori; era il suo modo di mettere a disposizione di Dio e del suo Regno quello che aveva e quello che era.

Tra i primi gruppi che vennero qui fu un gruppo di scout di Messina: appena sceso dal pullman un marmocchio di lupetto si guardò intorno ed esclamò: «Ma qui è un paradisol».

La casa all’epoca non aveva ancora una denominazione ufficiale e a mia madre non parve vero di udire quelle parole, disse : «Dalla bocca dei bimbi e dei lattanti … ».

Così “La valle del Paradiso” divenne il primo nome di questo posto.

La proprietà non era sua, era del marito,

le casette non erano sue, diceva che gliele avevano date le mappe catastali,

l’idea non era sua, diceva che le era venuta dall’Alto,

lo stile della casa e dell’accoglienza non era suo, diceva che era frutto di tanti confronti,

il nome dato a questa esperienza non veniva da lei,

l'aria e il paesaggio non erano suoi, diceva che tutto le era stato regalato, donato e lei non voleva trattenerli solo per se, ma rimettere tutto a disposizione. . .

Alla sua morte, avvenuta nel 2008 a seguito di un incidente stradale, l’avventura di questa casa non si è fermata, essa continua grazie al lavoro, la pazienza e la passione di coloro che hanno raccolto la sua eredità.

Qui la vita riprende la sua essenzialità, e il Signore il suo primato.

                                                                                                                                                                                                      Anna Mazza